Immunosoppressione combinata precoce più efficace della terapia convenzionale nei pazienti con la malattia di Crohn


La maggior parte dei pazienti che presentano malattia di Crohn sono trattati in fase iniziale con corticosteroidi.
Sebbene si abbia un controllo dei sintomi, diversi pazienti diventano resistenti o dipendenti ai corticosteroidi, ed una lunga esposizione a questi farmaci è associata ad un aumento della mortalità.

Ricercatori del Belgian Inflammatory Bowel Disease Research Groupthe North-Holland Gut Club ha confrontato l’efficacia dell’uso precoce dell’immunosoppressione combinata con il trattamento convenzionale nei pazienti con malattia di Crohn attiva, che non avevano precedentemente ricevuto trattamento con glucocorticoidi, antimetaboliti o Infliximab ( Remicade ).

Lo studio della durata di 2 anni, in aperto, si è svolto tra il 2001 ed il 2004.

Un totale di 133 pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere una terapia di immunosoppressione combinata, oppure il trattamento convenzionale.

I 67 pazienti, assegnati all’immunosoppressione combinata hanno ricevuto 3 infusioni di Infliximab ( 5 mg/kg di peso corporeo ) alla settimane 0, 2 e 6 assieme all’Azatioprina ( Imuran ).
Inoltre i pazienti hanno ricevuto in modo aggiuntivo Infliximab e, se necessario, corticosteroidi, per controllare l’attività di malattia.
I 66 pazienti assegnati alla terapia convenzionale hanno ricevuto corticosteroidi, seguiti da Azatioprina ed Infliximab.

L’endpont primario era rappresentato dalla remissione senza necessità di corticosteroidi e senza resezione dell’intestino alle settimane 26 e 52.

L’analisi è stata compiuta su 129 pazienti.

Alla 26.a settimana il 60% ( 39 su 65 ) dei pazienti nel gruppo di immunosoppressione combinata era in remissione senza necessità di corticosteroidi e senza resezione chirurgica, contro il 35.9% ( 23 su 64 ) dei controlli, per una differenza assoluta del 24.1% ( P=0.0062 ).

Le percentuali corrispondenti alla 52.a settimana sono state: 61.5% e 42.2% ( differenza assoluta : 19.3%; P=0.0278 ).

Il 30.8% dei pazienti del gruppo di immunosoppressione combinata ha presentato effetti avversi , contro il 25.3% dei controlli ( P=1 ).

Dallo studio è emerso che l’immunosoppressione combinata è risultata più efficace del trattamento convenzionale per indurre la remissione e la riduzione dell’uso di corticosteroidi tra i pazienti a cui era stato recentemente diagnosticata la malattia di Crohn. ( Xagena2008 )

D’Haens G et al, Lancet 2008 ;371: 660-667


Gastro2008 Farma2008


Indietro

Altri articoli

Upadacitinib ( Rinvoq ), un inibitore orale selettivo della Janus chinasi ( JAK ), è in fase di studio per...


Etrolizumab è un anticorpo monoclonale anti-beta-7 mirato all'intestino che ha come target le integrine alfa-4 beta-7 ( α4β7 ) e...


Rinvoq, il cui principio attivo è Upadacitinib, è un medicinale che agisce sul sistema immunitario ed è indicato per il...


La dilatazione endoscopica con palloncino ( EBD ) è il trattamento endoscopico consolidato per le stenosi brevi nella malattia di...


La malattia di Crohn fistolizzante è difficile da trattare. Sono stati riportati i risultati di ENTERPRISE, uno studio randomizzato, in...


VISIBLE 2 è uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, di fase 3 che ha valutato una nuova...


Una strategia treat-to-target, in cui obiettivi di trattamento rigorosamente definiti facilitano il processo decisionale nella pratica clinica, è raccomandata come...


Le linee guida sulle fistole perianali nella malattia di Crohn raccomandano il trattamento anti-TNF ( fattore di necrosi tumorale )...


Gli studi con comparatore attivo sono importanti per informare il paziente e la scelta del medico. Sono state valutate l'efficacia...


C'è un grande bisogno insoddisfatto di nuove terapie con nuovi meccanismi d'azione per i pazienti con malattia di Crohn. Gli...